PROGRAMMA
B. BARTOK (1881-1945) Prima rapsodia Moderato, Allegro moderato
E. YSAŸE (1858-1931) Poema elegiaco op. 12
I. STRAVINSKIJ (1882-1971) Duo Concertante
Cantilène, Eglogue 1,
Eglogue 2, Gigue, Dithyrambe
M. DE FALLA (1786-1946) Suite popolare spagnola El paño Moruno, Nana, Cancion, Polo,
Asturiana, Jota
Le Due Rapsodie di Bartók per violino e pianoforte furono entrambe scritte nel 1928 e dedicate a due grandi violinisti suoi connazionali, Joseph Szigeti e Zoltan Szekely, che contribuirono decisamente alla loro diffusione, favorita anche dalla versione orchestrale realizzata nello stesso anno dall’autore. Le due Rapsodie adottano la struttura delle “Verbunkos”, le danze ungheresi che tra il XVII e il XVIII secolo resero nota in Europa la musica nazionale di quei territori: ad una prima parte lenta (Lassù) segue una seconda parte via via sempre più veloce (Friss). Nella Prima Rapsodia la sezione iniziale riappare prima della conclusione. L’andamento è sempre mutevole, rapsodico appunto.
Eugène Ysaÿe scrisse nove Poemi in cui il violino è affiancato da organici diversi. Il “Poème élégiaque” per violino e pianoforte fu composto tra il 1892-1896 ed in seguito trascritto per violino e orchestra nel 1902-1903. Reca la dedica a Gabriel Fauré. È ispirato alla triste vicenda di Giulietta e Romeo di Shakespeare. All’inizio dello spartito l’autore prescrive la “scordatura” del Sol a Fa, per ottenere suoni ancora più gravi nella “Scena funebre”, tutta sulla quarta corda.
Il Duo Concertante per violino e pianoforte di Stravinskij prende forma tra il novembre 1931 e il 15 luglio 1932. La prima esecuzione si ebbe alla Radio di Berlino il 23 ottobre 1932 con Samuel Dushkin al violino e Stravinskij al pianoforte. I titoli dei cinque movimenti furono ispirati al compositore dalla lettura di Petrarca, ma anche dal desiderio di evocare l’antica poesia bucolica. Siamo nel pieno del periodo “neoclassico” di Stravinskij e il lavoro evoca un senso di rigore ed austerità. L’intento di Stravinskij è di evitare ogni passionalità romantica, facendo leva su un “lirismo raggelato” ottenuto con la politonalità e il modalismo.
Le Sette canzoni popolari spagnole di De Falla furono scritte per voce e pianoforte nel 1914 ed eseguite per la prima volta nel febbraio 1915 a Madrid, durante il primo concerto della Sociedad Nacional de Musica. Non diversamente da Albéniz e Granados, De Falla punta alla valorizzazione del folclore musicale della sua terra, reinventandolo. El pano moruno, Canción, Nana, Polo rimandano all’Andalusia, la Seguidilla alla Murcia, l’Asturiana alle Asturie e la Jota all’Aragona. Molta fortuna ha avuto anche la trascrizione dei brani per violino e pianoforte.